venere e amore sul mare

La mostra Luca Cambiaso. Un maestro del Cinquecento europeo, ospitata dal 3 marzo all’8 luglio 2007 nella doppia sede di Palazzo Ducale e Palazzo Rosso, offre la possibilità di ripercorrere, alla luce dei più recenti studi, l’esperienza pittorica di un artista emblematico del secondo Cinquecento e la sua nota qualità di valentissimo disegnatore fino alla conclusione della sua attività alla corte spagnola di Filippo II. Un prestigioso incarico che conferma il ruolo di assoluto protagonista giocato dal Cambiaso nel panorama del tardo Cinquecento europeo.
L’iniziativa, cronologicamente successiva ai festeggiamenti dell’anniversario cambiasesco (1585-1985) svoltisi a Moneglia, è concepita come ideale approfondimento dell’esposizione americana svoltasi ad Austin presso il Jack Blanton Museum of Art, ed è curata da Piero Boccardo, Franco Boggero, Clario Di Fabio, Lauro Magnani, con la collaborazione di Jonathan Bober. Grazie ad un’ampia selezione di opere, le scelte del pittore sono presentate in maniera completa, consentendo di seguirne l’itinerario artistico dall’esperienza giovanile fino alla partenza per la Spagna.

I duecento oggetti esposti tra dipinti, disegni, sculture, arazzi e miniature vantano provenienze da tutto il mondo, si contano infatti: le Gallerie fiorentine, la Pinacoteca di Brera, la Galleria Sabauda, il Polo Museale romano, il British Museum, il Museo del Prado, il Monastero Reale di San Lorenzo dell’Escorial, il Louvre, la Gemäldegalerie di Berlino, l’Albertina, la National Gallery di Edimburgo, il Blanton Museum di Austin, il New Orleans Museum of Art, il Princeton University Art Museum.

La prima delle quindici sale in cui la mostra si articola si apre con un autoritratto nel quale l’artista si raffigura nell’atto di dipingere il padre Giovanni, spunto per evocare immediatamente gli anni trenta del Cinquecento e, dunque, l’imprescindibile lezione dei grandi maestri del secolo, chiamati in gioco, nelle stanze immediatamente successive, da dipinti e disegni di straordinaria efficacia e forza esemplificativa. Sullo sfondo, la proiezione degli affreschi realizzati insieme al padre Giovanni nel palazzo di Antonio Doria (oggi sede della Prefettura), escamotage per richiamare in mostra la grande fortuna di frescante dell’artista. Nelle prime sale si trovano le tavole giovanili – tra cui spiccano l’Adorazione dei Magi della Sabauda e l’Adorazione dei pastori di Brera –, accanto a dipinti che presentano l’ambiente pittorico genovese in cui Cambiaso, console dell’arte della pittura nel 1550, operava. Il tema della Vergine con il Bambino, continuamente frequentato nella produzione cambiasesca, è portato in mostra attraverso numerosi quadri, alcuni mai mostrati in Italia prima d’ora, e un’inedita scultura recentemente riscoperta, a testimonianza dell’attività scultorea dell’artista. Nel grande salone dell’Appartamento del Doge una decina di pale d’altare illustrano la fortuna della sua produzione religiosa: dipinti su tavola di grandissima qualità, dai colori vivaci, dalla materia pittorica stesa con piacevolezza e libertà di tocco: è qui che si possono trovare le inconfondibili sigle cambiasesche. Parallelamente, diverse tele di soggetto profano – fra le quali le magnifiche Venere e Adone di Parigi e Venere e Amore sul mare della Borghese – ricreano, in un ambiente raccolto, il gusto antiquariale e raffinato dell’artista e dei suoi committenti, proprietari dei grandi palazzi e delle ville alessiane che cominciavano a moltiplicarsi in città.

Centro del percorso è la sezione dedicata alla rievocazione delle sensibilità correggesche, tanto care al Cambiaso. A partire dalla straordinaria Madonna della chiesa della Cella e attraverso il Riposo dalla fuga in Egitto dell’Accademia e la tela del Battesimo della chiesa di Santa Chiara, è possibile comprendere quanto la pittura cambiasesca si sia ispirata alla lezione emiliana, sapendone ricavare un’interpretazione personale, ricca di colti rimandi e riflessi.

Accanto a questo fondamentale riferimento è presentata la collaborazione con Giovan Battista Castello, il Bergamasco. Lo stretto rapporto tra i due si esplicita attraverso disegni, dipinti, arazzi, tra tutti i magnifici fogli del British Museum, preparatori per gli affreschi della volta della navata centrale della chiesa di San Matteo. Qui si trova anche la seconda proiezione dedicata alle grandi scene de Il Ratto delle Sabine di Villa Cattaneo Imperiale e il Ritorno di Ulisse del Palazzo Grimaldi della Meridiana (1565 ca.). La sezione dedicata alle tele profane della maturità offre uno spaccato significativo della produzione dalla metà degli anni sessanta agli anni settanta: dall’amore di Venere e Adone, alla figura di Lucrezia, al tema di Diana e Callisto, all’allegoria della Vanitas. Opere in cui l’artista rivela una matura considerazione delle suggestioni venete, da Tiziano a Veronese, per arrivare alla sezione dei celebri “notturni”: Cambiaso predilige atmosfere notturne con lumi di candela o bagliori di torce.
Notissima la Madonna della candela di Palazzo Bianco e la celeberrima tela con Cristo davanti a Caifa, opere che sottolineano la fortuna di questa produzione, apprezzata notevolmente anche nel XVII secolo, evocato ancora nelle stanze successive dedicate al soggetto dell’Ecce Homo e alla Carità, nella duplice interpretazione del Cambiaso e dello Strozzi.
Infine nella Cappella del Doge sono esposti cinque dipinti religiosi, segni della produzione più tarda, come la grande e drammatica tela della Deposizione per la chiesa di Santa Chiara, dove l’artista, attraverso una pittura rapida e semplificata, giunge ai vertici di una concentrata spiritualità e un’espressione patetica di grande efficacia.
L’ultima sala, che chiude la mostra di Palazzo Ducale, rievoca l’attività spagnola (1583-1585). Un inedito dipinto proveniente da Tarragona costituisce un significativo esempio della produzione di quegli ultimi anni con l’Incoronazione della Vergine in analogia con uno dei temi trattati sulla volta della basilica di San Lorenzo all’Escorial, proiettata sull’ultima parete del percorso.

La mostra continua in alcune sale di Palazzo Rosso dove è esposta una straordinaria selezione di disegni provenienti dai maggiori musei del mondo. Formidabile la presenza di oltre una cinquantina di fogli del Cambiaso a sottolineare un aspetto fondamentale dell’opera dell’artista che, come disegnatore, godette di una continua fortuna presso le raccolte di tutta Europa. Tra tutti merita particolare attenzione il famoso Studio di figure proveniente dal Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Accanto ai disegni ancora significative tele del pittore, alcune di nuova acquisizione attributiva, poste in relazione con opere dei suoi discepoli: Lazzaro Tavarone, Orazio Cambiaso, Giovanni Battista Castello il Genovese, Giovanni Battista Paggi, Francesco Spezzino e artisti seicenteschi particolarmente sensibili alla sua opera, come Giulio Ansaldo e Andrea Benso. L’esposizione a Palazzo Rosso offre un’esauriente campionatura, utile ad inquadrare il linguaggio grafico dell’artista e costituisce una rassegna mai prima d’ora raccolta in un’unica mostra.